In questo periodo torna sempre alla luce di come il sistema idrico italiano sia gestito male. A queste giuste lamentele si aggiungono le polemiche sugli aumenti di prezzo dell’acqua dell’acquedotto pubblico.
Prendiamo ad esempio una famiglia media di 5 persone che consuma 250mc l’anno, la spesa è passata dai 358€ del 2002 ai 523€ del 2007. Un aumento considerevole che può mettere in crisi le finanze di alcune famiglie.
Ma soprattutto sono aumenti giustificati da un corrispondente miglioramento dei servizi?
Questo dovrebbe essere il nocciolo della questione, non una inutile polemica sul prezzo assoluto che in Italia è molto basso.
L’effetto degli aumenti sul bilancio familiare possono essere in molti casi azzerati:
la famiglia mediapresa in esempio consumerà almeno 4 litri (stando molto bassi) di acque minerali?
Una bottiglia da 1,5 litri costa 0,27€, quindi 18 centesimi al litro è il costo dell’acqua minerale in bottiglia (questo è quanto pagavo io comprandola da un grossista, non al supermercato).
In un anno il consumo di 1460 litri di acqua minerale costerà 263€, la stessa quantità d’acqua dell’acquedotto invece costa meno di 2€.
In conclusione bevendo l’acqua “pubblica” invece di quella privata si coprono gli aumenti delle bollette, ma questo ha valore positivo solo sul bilancio familiare poiché, come dicevo prima, il vero problema è se questi aumenti siano o meno giustificati da un effettivo miglioramento della fornitura.
Teniamo presente che la gestione degli acquedotti è in mano a Spa che dovrebbero essere controllate e spinte a “far bene” dalle amministrazioni pubbliche locali. Peccato che gli amministratori di tali società siano ex amministratori locali e che gli attuali amministratori locali aspirano a fine mandato di ottenere un incarico in una società di gestione privata di un qualunque servizio pubblico…..
Una nota sulle statistiche fatte solo di numeri:
l’Italia è il paese europeo dove si consuma più acqua minerale in bottiglia,
questa frase viene usata per invogliare a non comprare acque minerali (che poi sono in mano a Nestlè),
non volgio mettere in dubbio la validità della statistica, ma fare una domanda:
negli altri paesi europei si usa l’acqua per pasteggiare?
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